Il Liceo Ginnasio Statale “Stefano Maria Legnani” può essere considerato una scuola relativamente giovane, essendo stato istituito nel 1969, per volontà dell’Amministrazione Comunale. Sorto come sede distaccata del Liceo Classico di Busto Arsizio e ospitato inizialmente presso il Liceo Scientifico Statale di Saronno, il “Legnani” è diventato autonomo a partire dal 1974. Dal  1976 al 2001 esso ha avuto sede presso il vecchio edificio di via Volonterio, in origine un opificio. Dal 2002 al 2006, a seguito della decisione di costruire la nuova sede e a fronte del crescente numero di alunni,  ha dovuto utilizzare due sedi (Via Antici e via Parini).

Dal febbraio 2007 il Liceo è rientrato in Via Volonterio, 34 (zona Santuario), in una sede di nuova edificazione, ma continua peraltro ad utilizzare come succursale le aule di via Antici.

Nel corso di questi trentanove anni, il Liceo, pur dimostrando fedeltà alla tradizione degli insegnamenti classici, ha avviato iniziative di aggiornamento metodologico-didattico e di contenuti culturali. Con l’anno scolastico 1996-97 sono poi stati istituiti due nuovi corsi di studio, ossia il liceo linguistico e il liceo socio-psico-pedagogico. Altre iniziative, come la preparazione alle certificazioni linguistiche, la conversazione con l’insegnante madrelingua, e - sul versante espressivo - l’attività teatrale e quella musicale (di rilievo i risultati raggiunti dal coro), sono ormai tradizione nel nostro Liceo.

Si ritiene di poter affermare con realismo che l’identità del Liceo “Legnani” si fonda appunto sulla sua capacità di coniugare rispetto della tradizione e sensibilità per il nuovo, e si manifesta nel tentativo di tradurre in atto tale sforzo di sintesi (Simul ante retroque prospiciens).

Per dovere di cronaca ma con la necessaria umiltà, vanno segnalati alcuni risultati di rilievo in ambito nazionale riportati recentemente da alcuni nostri studenti:

  • Valentina Ceriani, Daniela Monza e Sara Villa  (corso di studi linguistico), primo premio al concorso nazionale I Giovani e le Scienze, edizione 2005
  • Gabriele Busnelli, Liceo classico, primo premio al Certamen Varronianum Reatinum, edizione 2007
  • Andrea Cozzi, Liceo classico, primo premio al Certamen Hippocraticum Salernitanum, edizione 2008, sezione greco

 

Stefano Maria Legnani

Nato a Milano nel 1661 in una famiglia di pittori di origine saronnese, Stefano Maria Legnani ebbe la rara opportunità di arricchire la sua formazione, avvenuta presso il padre ritrattista, con dei soggiorni in alcuni tra i principali centri della produzione artistica del tardo Seicento in Italia, superando il limite di un certo isolamento culturale di cui soffriva all’epoca la Lombardia. A Roma  studiò con Carlo Maratta, rappresentante più in vista della corrente classicista nell’ambito della pittura barocca in Italia, ma conobbe anche la maniera più sperimentale e scenografica del genovese Giovan Battista Gaulli (detto il Baciccio); a Bologna approfondì la tendenza classicista presso Carlo Cignani; a Genova, ritrovò nella celebre scuola barocca locale, capeggiata da Domenico Piola, un proposta improntata a maggiore fastosità e decorativismo. Dall’intelligente rielaborazione di tendenze così diverse scaturì una pittura capace di combinare la classicistica chiarezza e leggibilità delle composizioni con un accento sugli aspetti intimistici, di marca bolognese, ed infine con uno spiccato dinamismo ed una particolare leggerezza e brillantezza della tavolozza, di derivazione genovese.

 

 

L’intensissima attività che svolse prevalentemente tra la Lombardia, il Novarese, Torino e Genova nell’arco di quasi trent’anni - dal 1685 circa alla morte avvenuta nel 1713 a Milano - lo vide impegnato in netta prevalenza su dipinti di soggetto sacro: cicli ad affresco volti ad arricchire in senso decorativo gli interni di chiese e ancora affreschi e pale d’altare di committenza privata destinati a rinnovare importanti cappelle gentilizie all’interno delle medesime strutture – dal Duomo di Monza a S. Angelo a Milano, dal Santuario di Saronno a S. Gaudenzio a Novara. In misura minore intervenne anche negli apparati decorativi di alcune fastose dimore dell’età barocca, come palazzo Clerici a Milano e palazzo Carignano a Torino.

L’apprezzamento che i contemporanei tributarono al Legnanino trova riscontri nella critica attuale, che lo considera uno tra i più interessanti e moderni pittori attivi nel Nord Italia tra fine Seicento e inizio Settecento. Se il suo nome è in genere noto solo ad una cerchia di specialisti e appassionati lo si deve soprattutto alla scarsa fortuna critica di cui ha goduto a lungo l’arte barocca in Italia, in particolar modo quella del tardo XVII secolo, in cui ebbe la ventura di operare il Legnani.